Proteina chemiotattica monocitica-1 nel sierica e urinaria come marcatori di infiammazione e danno renale in cani con leishmaniosi
Pubblicato su Parasite & Vector, lo studio "Valutazione del MCP-1 sierico e urinario come marcatore di gravità della malattia in cani con leishmaniosi" dei ricercatori Valeria Pantaleo, Tommaso Furlanello, Laura Ventura e Laia Solano-Gallego
La ricerca ha valutato la proteina chemiotattica monocitica-1 (MCP-1) come marcatore di danno renale e infiammazione nella leishmaniosi canina, concentrandosi sulla sua capacità di differenziare la gravità della malattia alla diagnosi, al pari di quello che succede in campo umano.
Lo studio ha coinvolto 57 cani: 19 cani sani sieronegativi e 38 cani con leishmaniosi. Tutti i cani con leishmaniosi sono stati classificati secondo la stadiazione clinica LeishVet e la stadiazione IRIS (International Renal Interest Society)
In tutti soggetti inclusi nello studio è stata misurata la concentrazione sierica ed urinaria della proteina MCP-1, e i risultati sono stati messi in relazione alla gravità della malattia.
I livelli sierici di MCP-1 e uMCP-1/Cr sono aumentati nei cani con leishmaniosi rispetto ai cani sani, suggerendo la presenza di infiammazione e danno renale. I livelli sierici di MCP-1 e uMCP-1/Cr erano più elevati negli stadi avanzati della malattia rispetto agli stadi moderati e, pertanto, possono essere considerati marcatori della gravità del processo patologico.
I valori di cut-off ottimali sono stati determinati per entrambi i marcatori, offrendo una buona sensibilità e specificità nella differenziazione tra stadi moderati e avanzati della malattia.
L’utilizzo del MCP-1 sierico e urinario come marcatori della gravità della malattia potrebbe permettere una valutazione più accurata dello stato del paziente e guidare le decisioni terapeutiche
Puoi trovare lo studio completo qui: